Gli spazi confinati in ambito marittimo-portuale. INAIL Campania e Assarmatori insieme per promuovere la cultura della prevenzione

Promuovere e rafforzare il sistema e la cultura della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, con particolare riferimento alle aree marittime e portuali, e con focus specifico, in questo caso, sui cosiddetti “spazi confinati”.

È stato questo l’obbiettivo a monte dell’iniziativa seminariale organizzata da INAIL Campania e dall’Associazione Assarmatori, con il supporto dell’Università di Napoli “Parthenope”, svolta mercoledì 14 febbraio nella sede dell’ateneo campano (Centro Direzionale di Napoli).

 

L’iniziativa si è posta come un primo incontro di studio e di confronto a seguito della sottoscrizione di un apposito protocollo di intesa, nel marzo 2023, tra i due soggetti promotori dell’iniziativa, con l’intento di trattare approfondimenti circa innovative soluzioni tecnologiche capaci anche di implementare la diffusione di modelli di gestione integrata dei rischi negli specifici contesti lavorativi afferenti ad un comparto ampio e di fondamentale importanza per l’economia del Paese.

 

Al tavolo dei relatori, dopo i saluti istituzionali di Antonio Scamardella, Ordinario di Architettura e Statica della Nave presso l’Università di Napoli “Parthenope”, e di Stefano Peduto, Responsabile delle Relazioni industriali di Assarmatori, si sono susseguiti, in due diversi panel – moderati da Giuseppe Di Palo (Oltremare – Servizi integrati per lo shipping) – gli interventi di referenti Istituzionali dell’INAIL, di docenti universitari, di personale medico, nonché di esponenti di compagnie di navigazione, del servizio chimico di porto e di società operative nell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Tra il pubblico, oltre agli esponenti di diverse imprese armatoriali, anche studenti della Parthenope, dell’Università Vanvitelli nonché gli alunni ed i docenti dell’Istituto Nautico Nino Bixio di Sorrento e dell’IPIA Sannino di Napoli.

da sx: Stefano Peduto (Assarmatori), Antonio Scamardella (Università Parthenope), Giuseppe Di Palo (Oltremare), Pasquale Addonizio (Inail Napoli)

Ad aprire il primo panel di interventi il Direttore dell’Unità operativa territoriale di certificazione, verifica e ricerca – INAIL Napoli, Pasquale Addonizio, che, in una disamina relativa al dato di infortuni e malattie professionali in ambito portuale, ha evidenziato la necessità di specifiche azioni preventive utili per ridurre il verificarsi di infortuni, soprattutto se gravi o tragici. “Obbiettivo perseguibile innanzitutto con attività di formazione continua che sappiano trovare la giusta interazione anche con la costante innovazione tecnologica, prevedendo anche il coinvolgimento delle scuole”.

 

È seguito l’intervento della docente dell’Università Parthenope, Silvia Pennino, la quale ha esplorato le diverse tipologie strutturali della nave e la loro stretta correlazione al carico pagante, sottolineando la variabilità dei rischi in base al tipo di imbarcazione e al carico.

 

A chiudere la prima parte dei lavori Cosimo De Marco, Lucia De Coppi, Emanuele Ciampa e Speranza Duraccio (ASL Napoli 1 / Commissione d’Albo dei tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro dell’Ordine TSRM-PSTRP) che, riassumendo i contenuti della Carta di Urbino, hanno messo in risalto l’importanza della persona in quanto soggetto principale per l’attuazione e la promozione di attività di prevenzione. Concetti riassunti poi nel video spot “La prevenzione è la soluzione” che vede come testimonial il cantante partenopeo Clementino.

I nostri sforzi soprattutto nei confronti delle aziende – ha spiegato De Marco – devono essere intesi meramente da un punto di vista preventivistico, e mai repressivo. Il nostro lavoro può portare infatti tante imprese a comprendere concretamente quell’ampia gamma di attività, strumenti e servizi spendibili per migliorare le condizioni di sicurezza e di salute dei lavoratori”.

 

da sx: Lucia De Coppi, Emanuele Ciampa, Speranza Duraccio, Cosimo De Marco, Giuseppe Di Palo, Pasquale Addonizio

 

La seconda parte del seminario si è aperta invece con un momento interattivo a cura dei rappresentanti di Grandi Navi Veloci, Roberto De Angelis e Riccardo Raineri, i quali hanno messo in evidenza l’esperienza diretta del proprio personale nella gestione di situazioni di pericolo derivanti dal lavoro entro gli spazi confinati di bordo, ponendo l’accento sulla necessaria formazione utile non solo per eseguire i lavori ma anche per intervenire nel caso in cui occorra soccorrere i propri colleghi.

 

La parola è poi passata a Tullio Foti del servizio chimico di porto (il cui intervento ha posto l’attenzione su un elemento spesso non considerato, ovvero i rischi connessi agli spazi adiacenti a quelli confinati), seguito da Pasquale Capasso (ASPP di HSE Consulting) il quale, nell’ambito delle attività da porre in essere per contrastare il rischio di incidenti in ambienti confinati, ha svolto una approfondita panoramica su attività e strumenti atti a tale scopo, senza dimenticare le imprescindibili azioni di supervisione e prevenzione.

 

A chiudere i lavori, Luciano Di Donato, (Dirigente Tecnologo INAIL) che, con il suo intervento, oltre ad analizzare nel dettaglio un case study in tema con l’argomento della giornata (lavori in  stiva), indicando nel contempo anche soluzioni possibili di prevenzione ha enfatizzato, tra gli altri, alcuni aspetti relativi alla legislazione applicabile ricordando  che ad oggi questa, ancora non contempla una definizione di ambiente confinato (D.Lgs 81/2008), così come, non è ancora definito in modo univoco e diffuso un metodo riconosciuto di formazione, informazione ed addestramento seppure previsto all’epoca del DPR 177/2011 (regolamento che contiene le prescrizioni per la qualificazione delle imprese che operano in ambienti sospetti di inquinamento e confinati).

Il primo contributo dell’INAIL per contenere questi rischi – ha spiegato Di Donato – è stato la partecipazione attiva ai lavori di questo regolamento facendo inserire, tra gli articoli che lo costituiscono, importanti aspetti legati alla prevenzione degli infortuni per queste lavorazioni, prevedendo ad esempio per i lavoratori l’addestramento all’uso delle attrezzature di lavoro e della strumentazione impiegata nelle attività da svolgere. Purtroppo, alcuni aspetti applicativi relativi a tale addestramento non sono ad oggi ancora stati definiti. In questo vacatio legis l’Istituto, responsabilmente, si è inserito con una attività di ricerca che ha portato alla progettazione e la costruzione di un simulatore fisico per consentire un percorso formativo esperienziale di informazione, formazione e addestramento dei lavoratori che operano in questi ambienti”.

da sx: Pasquale Capasso, Tullio Foti, Giuseppe Di Palo, Roberto De Angelis, Riccardo Raineri